“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”. Frase famosa attribuita ad Einstein , estremamente pregnante di significato.(Caon, 2006) Molti studenti adulti  terminano gli anni della scuola dell’obbligo o addirittura dell’università  convinti che la sorte non abbia concesso loro il dono di essere “portati per le lingue”. Altri credono che la loro autoefficacia in campo linguistico, intendendo per autoefficacia la convinzione di possedere le capacità per progettare e realizzare le azioni necessarie al raggiungimento di determinati obiettivi linguistici sia scarsa o molto insufficiente. Queste credenze sono purtroppo spesso la conseguenza di un approccio scolastico errato e obsoleto, che sfortunatamente ha fatto ( e forse ancora sta facendo) molti danni nei discenti giovani e adulti.

Da cosa può dipendere l’apprendimento di una lingua? E come apprendiamo una lingua straniera?

Innanzitutto bisogna cominciare a dire che non esistono persone “portate” e “non portate” per le lingue, ma che ognuno a suo modo è abile e capace all’apprendimento di una lingua straniera. Ogni individuo è diverso dall’altro e l’apprendimento è un fattore del tutto personale dovuto a diversi fattori.  L’approccio di ognuno allo studio in generale, e all’apprendimento linguistico in particolare, è  il risultato dell’interazione tra numerosi fattori di diversa natura, i quali determinano modalità di apprendimento originali, che rendono unica la persona. E’ infatti estremamente difficile, se non impossibile, trovare due persone che adottino esattamente le stesse strategie ed attivino gli stessi processi cognitivi, meta-cognitivi e mnemonici per apprendere. (Daloiso M. 2007)

Cominciamo anzitutto a fare una distinzione tra le nozioni di intelligenze multiple, stili cognitivi e stili di apprendimento.

Quando nel  1983 lo psicologo Howard Gardner scrisse il libro Frames of Mind, per la prima volta venne introdotto il concetto di “intelligenze multiple”.  Secondo lo studioso non esiste una capacità comune a tutti gli individui chiamata intelligenza, misurabile e catalogabile in senso assoluto e in modo scientifico. Al contrario, esistono diverse forme di intelligenza o “forme di rappresentazione mentale” che dipendono le une dalle altre. Nella prima stesura del suo studio Gardner parlava di sette diverse intelligenze, alle quali poi ne ha aggiunto altre due.  Si distinguono, ad oggi, nove tipi di “intelligenza”: ogni intelligenza è da intendersi come «un potenziale bio-psicologico di cui siamo in possesso in virtù della nostra appartenenza alla specie umana. Questo potenziale può essere sviluppato in misura maggiore o minore, come conseguenza di fattori legati all’esperienza, alla cultura, alla motivazione» (1999: 82).

Le nove intelligenze gardneriane sono: la linguistica, logico-matematica, musicale, spaziale, corporea o cinestesica, intrapersonale, interpersonale, naturalistica, esistenziale. Vediamole brevemente una a una.

INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICA La principale caratteristica di questa forma di intelligenza è la capacità di condurre ragionamenti – anche molto lunghi – mantenendo la coordinazione dei loro diversi passaggi. Lo studente dotato di intelligenza logico-matematica manifesta spiccate abilità nella comprensione delle proprietà di base dei numeri, dei principi di causa ed effetto e nel procedere per schemi, quella del ragionamento deduttivo, della logica e della schematizzazione, che coinvolge l’emisfero cerebrale sinistro nel ricordare i simboli matematici e il destro nell’elaborazione dei concetti.

INTELLIGENZA LINGUISTICA Caratteristica di questa forma di intelligenza è la sensibilità per il significato delle parole e per le funzioni proprie del linguaggio. Lo studente dotato di intelligenza linguistica manifesta capacità di ragionamento astratto e una predisposizione all’apprendimento mediante l’ascolto insieme allo sviluppo delle abilità della memoria (propria degli scrittori), che si lega alle capacità di padroneggiare un linguaggio chiaro ed efficace, e comprende anche l’abilità di variare il registro linguistico a seconda dei contesti e delle necessità. L’intelligenza linguistica è la capacità di usare la lingua per esprimere ciò che è nella mente e per capire le altre persone. È l’intelligenza caratteristica di un avvocato, scrittore, oratore pubblico e poeta. Uno dei componenti principali dell’intelligenza linguistica è semantica (il poeta, infatti, presta notevole attenzione alle sfumature dei significati), insieme alla fonologia, alla sintassi e alla pragmatica. (Cfr. P. Torresan)

INTELLIGENZA SPAZIALE Questa forma di intelligenza è propria degli individui che prediligono le arti visive, hanno un buon senso dell’orientamento e realizzano mappe o diagrammi con semplicità. Lo studente dotato di intelligenza spaziale si muove e pensa per immagini, disegni e prospettive, “si occupa” degli oggetti e delle forme nello spazio (propria di chi si dedica alle arti figurative). Chi possiede questo tipo di intelligenza, solitamente, ha una memoria fotografica che conserva i dettagli degli ambienti e delle figure. sono spesso giocatori di scacchi, piloti, marinai, architetti, scenografi e stilisti. 

INTELLIGENZA MUSICALE Aspetto fondante di questa forma di intelligenza è la capacità di distinguere intonazione, ritmo, timbro e tono unita al riconoscimento, alla riflessione e alla creazione della musica. In questo caso, gli studenti dotati di intelligenza musicale sperimentano un legame affettivo fra musica ed emozioni e trovano più immediato “pensare in musica”. Essa concerne la capacità di riconoscere i suoni e di articolarli tra loro in un linguaggio armonico. L’intelligenza musicale ci permette di pensare in termini ritmici, cadenzati, e di godere e comporre melodie. Di tutte le intelligenze è la più precoce ed è tra quelle dove il patrimonio genetico ha la maggiore influenza. Il linguaggio musicale, soprattutto nell’infanzia, è spesso combinato con il linguaggio del corpo: per i bambini, cantare spesso significa impegnarsi in qualche forma di movimento fisico. (cfr. P. Torresan)

INTELLIGENZA CINESTETICA O PROCEDURALE La principale caratteristica dell’intelligenza cinestetica è la capacità di manipolare oggetti e utilizzare diverse abilità fisiche, ossia una manifestazione dell’unione mente-corpo. Chi è dotato di questa forma di intelligenza ha una spiccata abilità di equilibrio e di autocontrollo posturale, aspetto comune in atleti, ballerini, artigiani e chirurghi.  Questa intelligenza è caratterizzata principalmente da due abilità: il controllo dei movimenti fisici, come testimoniato da sportivi e ballerini, e l’abile manipolazione di oggetti, come testimoniato da fabbri e inventori. L’intelligenza corporeo-cinestetica sembra avere un ruolo centrale nello sviluppo della competenza linguistica. In particolare, l’azione dell’indicare è fondamentale per lo sviluppo delle capacità simboliche e rappresentative che costituiscono la base fondamentale della comunicazione. (cfr. P. Torresan)

INTELLIGENZA INTERPERSONALE La principale caratteristica dell’intelligenza interpersonale è comprendere e interagire in modo efficace con gli altri, dal punto di vista della comunicazione verbale e non verbale nonché della sensibilità agli umori degli altri. Uno studente con una propensione a questa forma di intelligenza instaura relazioni con gli altri in modo naturale e socializza con facilità. Essa consiste nella capacità di comprendere gli altri, i loro problemi, i loro desideri e di creare situazioni e modelli sociali e personali favorevoli e vantaggiosi. Dovrebbe appartenere agli psicologi e ai politici. Le intelligenze personali coinvolgono la psiche: l’intelligenza intrapersonale riguarda la conoscenza di sé; l’intelligenza interpersonale riguarda la conoscenza degli altri. Il primo tipo, nella sua forma elementare, è la capacità di percepire una situazione di benessere e di differenziarla da una situazione di piacere e, sulla base di questa distinzione, la capacità di mantenere o concludere tale situazione. 

INTELLIGENZA INTRAPERSONALE Come dice il nome stesso, questa forma di intelligenza definisce sia la capacità di comprendere se stessi e i propri pensieri, sia quella di utilizzare questa consapevolezza per dirigere la propria vita. Gli studenti dotati di intelligenza intrapersonale manifestano una personalità forte dedicata ad attività individualistiche, una dote di figure quali psicologi, leader spirituali e filosofi. (per Gardner è speculare alla precedente) ed è invece la capacità di comprendere la propria individualità, quindi di sapersi inserire in un contesto vantaggioso, ma anche di sapersi immedesimare in personalità differenti dalla propria.

INTELLIGENZA NATURALISTICA Caratteristica dell’intelligenza naturalistica è una spiccata sensibilità verso gli esseri viventi e altri aspetti del mondo naturale. Uno studente con questa forma di intelligenza può diventare particolarmente versato in ruoli come il botanico o lo chef.  Essa è propria di chi vive ancora in un rapporto di contatto diretto con la natura (i cacciatori, i pastori, i raccoglitori, i coltivatori). Ovvero la capacità di riconoscere degli oggetti naturali, classificarli con precisione e ordinarli, capendo e sfruttando le relazioni tra di essi. L’intelligenza naturalistica è la capacità di fare classificazioni riguardanti la fauna e la flora. Generalmente, l’intelligenza naturalistica comporta il riconoscimento di modelli che vanno oltre la natura. Questa forma di intelligenza è spesso presente in biologi, agricoltori, antiquari, archeologi e paleontologi.

INTELLIGENZA FILOSOFICO-ESISTENZIALE Infine, l’intelligenza filosofico-esistenziale definisce la capacità di affrontare domande profonde relative all’esistenza umana: il senso della vita, da dove arriviamo, perché si muore. Gli individui che sono dotati di questa forma di intelligenza hanno un’attitudine naturale al ragionamento astratto per categorie concettuali universali. L’intelligenza esistenziale è la risposta umana ai limiti e ai processi dell’esistenza. La sua unicità è la capacità di porre domande fondamentali: chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Qual è il senso della vita? Da dove viene l’amore? Da dove viene la creatività? Questa intelligenza è legata al simbolismo religioso, ai sistemi metafisici, alla ricerca scientifica e alle esperienze estetiche. È anche l’unica forma di intelligenza che non è stata ancora verificata scientificamente.

Lo STILE COGNITIVO è  inteso come la modalità preferenziale di organizzazione, elaborazione e gestione delle informazioni; è per certi versi il ponte tra intelligenza e personalità, in quanto ogni persona tende a sviluppare strategie cognitive particolari grazie alle quali poter sfruttare al massimo le proprie capacità intellettive. La nozione di stile cognitivo sposta radicalmente l’attenzione a COME SI PENSA (prospettiva cognitiva), a prescindere da qualsiasi giudizio di valore. L’apprendimento avviene se una volta raccolte, le informazioni vengono processate, ossia se vengono attivate specifiche strategie cognitive per elaborare in maniera profonda il materiale raccolto.

Infine per STILE DI APPRENDIMENTO  s’intende la tendenza personale a preferire un certo modo di apprendere e studiare di memorizzare, elaborare, recuperare e riutilizzare le informazioni. Si tratta di un concetto che include aspetti cognitivi, ma anche aspetti sociali, affettivi, caratteriali, culturali. Lo stile d’apprendimento è strettamente connesso allo stile cognitivo, e si configura per certi versi come un suo prolungamento, o meglio una sua applicazione in un contesto ben preciso, ossia quello formativo. (Daloiso 2007) Mariani afferma che: “Ai fini della loro identificazione, è opportuno articolare gli stili in alcune grandi aree, tra loro interagenti: le preferenze fisico-ambientali; le modalità sensoriali; gli stili cognitivi; i tratti di personalità.”(Mariani, 2015)

Ogni persona decide di attivare certe strategie cognitive e matetiche anche in considerazione del proprio rapporto con ciò che si appresta ad apprendere. Nel caso specifico dell’apprendimento linguistico, che idea ha l’allievo della lingua che sta imparando? Quali motivazioni lo spingono ad apprenderla? A quale livello di competenza mira? In quanto tempo intende raggiungere tali obiettivi? Le risposte, assolutamente personali, a questi ed altri analoghi interrogativi determinano in ciascuna persona una certa visione dell’apprendimento linguistico che sta affrontando, e ciò ha dirette conseguenze nella formazione del suo stile matetico.  Sarà fondamentale perciò durante le prime lezioni cercare di conoscere gli studenti, i loro bisogni linguistici ed educativi, il loro livello di competenza linguistica e comunicativa (Ciliberti, 1994; Balboni, 2002). Per poter operare scelte metodologiche consapevoli ed appropriate l’insegnante dovrà procedere ad un’analisi delle propensioni cognitive degli allievi, osservando cioè gli stili e le strategie da loro adottate a seconda delle situazioni d’apprendimento.

Fonti:

Cadamuro A., 2014, Stili cognitivi e stili di apprendimento. Da quello che pensi a come lo pensi, Roma, Carocci (1a ed. 2004).

Caon F. (a cura di), 2006, Insegnare italiano nelle Classi ad Abilità Differenziate, Perugia, Guerra.

Daloiso M.(3 settembre 2007), Come si apprendono le lingue?, Psicolab.net

Gardner H., 1983, Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences, New York, Basic Books. Traduzione italiana: 1987, Formae mentis. Saggio sulla pluralità delle intelligenze, Milano, Feltrinelli.

Gardner H., 1993, Multiple Intelligences: The Theory in Practice, New York, Basic Books. Traduzione italiana: 1995, L’educazione delle intelligenze multiple: dalla teoria alla prassi pedagogica, Milano, Anabasi.

Gardner H., 1999, Intelligences Reframed: Multiple Intelligences in the 21th Century, New York, Basic Books.

Mariani L,  2015, Differenziare gli apprendimenti. Educazione linguistica e gestione dell’eterogeneità , www.lulu.com

Mariani L., Pozzo G., 2002, Stili, strategie e strumenti nell’apprendimento linguistico, Firenze, La Nuova Italia.

http://www.learningpaths.org/ il sito personale di Luciano Mariani con tanto materiale in proposito

Torresan P., The Multiple Intelligence Theory and Language Learning. An Interview with Howard Gardner”, Formazione & Insegnamento. European Journal of Research on Education and Teaching, 3, 1, 25-30. Aut. Trib. Venezia 11.2.2003 n. 1439,

Torresan P., 2008, Intelligenze e didattica delle lingue, Bologna, EMI.

Torresan, P., 2010The theory of multiple intelligences and language teaching Laboratorio ITALS – Teaching Italian to Speakers of Other Languages” within the Language Sciences Department, Ca’ Foscari University, Venice, Guerra Edizioni,

http://www.learningpaths.org/ il sito personale di Luciano Mariani con tanto materiale in proposito

Fonti immagini web