IL METODO GLOTTODRAMA è un approccio di glottodidattica teatrale, finalizzato primariamente all’ insegnamento e all’apprendimento delle lingue attraverso il laboratorio teatrale. Nato da progetto biennale, la cui fase iniziale si è conclusa nel 2009, che era stato finanziato attraverso un programma europeo per il Lifelong Learning e realizzato in partenariato tra università, scuole di lingua, gruppi di studio e ricerca, enti culturali e mondo editoriale, a livello italiano ed europeo, ha come fondatore Carlo Nofri, il quale ne ha anche tracciato le linee guida nei testi riportati a fine articolo. Lo scopo principale del progetto è stato quello di sviluppare e testare scientificamente una metodologia per l’insegnamento delle lingue straniere abbastanza innovativa che si basa sull’uso nella classe di lingua di tecniche e dinamiche teatrali. Questo metodo  è profondamente ancorato all’approccio azionale del QCER e allo sviluppo della competenza comunicativa nell’apprendente, e cerca il più possibile di unire forme didattiche e di valutazione della glottodidattica basata sui parametri del QCER ( come per esempio i test di posizionamento iniziali, gli esami di fine laboratorio che sono modellati su quelli delle certificazioni linguistiche nazionali, la costante esplicitazione degli obiettivi e la riflessione sul loro raggiungimento ) e dall’altra si avvale di metodi di lavoro basati sulla didattica teatrale. Si tratta (come loro stessi lo definiscono) di “un approccio olistico applicato all’apprendimento delle lingue che coinvolge lo studente nella sua interezza, mente e corpo, ragione ed emozione, così come accade in qualunque situazione comunicativa reale”.   Nelle classi di Glottodrama gli studenti sono guidati da due tutor, uno di lingua ed uno di recitazione, o da un docente molto esperto in grado di interpretare entrambi i ruoli. Le attività didattiche prevedono la recitazione di dialoghi presentati dai docenti dal vivo (Input e Perfomance) o attraverso filmati. Un approccio attivo alla conoscenza e soprattutto all’uso della lingua che prevede durante il laboratorio anche momenti di riflessione grammaticale e di scrittura creativa (1. Language Corner), di attenzione agli aspetti non verbali che completano, supportano o disturbano la comunicazione (2. Actor Studio) ed una sintesi pratica di quanto appreso che si manifesta di nuovo con la recitazione (3.Back to Performance). Ciascuna lezione di glottodramma, come in ogni tipico laboratorio teatrale, inizia con un’attività di riscaldamento fisica e linguistica per “rompere il ghiaccio” e preparare gli studenti alle successive attività di recitazione (Warm up). Dopo il completamento di un’unità didattica si passa allo svolgimento della successiva che segue lo stesso schema circolare. Si tratta quindi di un processo d’apprendimento ispirato ad un preciso principio didattico: azione > riflessione > azione. Questo schema azionale è nato a quanto ci dicono i suoi fondatori:  “ per superare i limiti di tante esperienze tradizionali nelle quali gli studenti passano il tempo ad ascoltare passivamente la lingua o a studiare ed esercitare strutture grammaticali astratte e avulse da un contesto d’uso effettivo senza diventare mai i veri protagonisti della comunicazione. Questa impostazione tuttavia non nuoce allo sviluppo equilibrato di tutte e quattro le abilità linguistiche fondamentali (comprendere, parlare, leggere e scrivere) poiché il metodo prevede un attento bilanciamento tra lingua orale, lingua scritta, azione linguistica e riflessione grammaticale garantito dal ricorso frequente al “creative writing” degli “script” per la recitazione”. Per informazioni su questo metodo:  https://www.glottodrama.eu/

Bibliografia essenziale:

Nofri, C., “Guida al metodo Glottodrama. Apprendere le lingue straniere attraverso il Laboratorio Teatrale.” Edizioni Novacultur, Roma, 2009.

A.A.V.V., “Il metodo Glottodrama: risorse e strumenti.” Edizioni Novacultur, Roma, 2009.