Dario Fo è stato uno straordinario inventore, un allegro falsario. Ha inventato per tutta la vita giocando con la maschera della sua faccia e della sua voce. La maschera che sta sulla faccia quando non sembra che ci sia “per dire qualcos’altro”. Con questa maschera ci ha raccontato che l’attore può raccontare di tutto se riesce recitare con la maschera fingendo di non averla. Raccontare una storia significa raccontarla in un posto dove ci stanno persone vive che vivono una vita vera fatta di tutte quelle cose semplici e complicate che appartengono alle persone veramente vive. E si ride di un racconto perché sentiamo che ci appartiene, che siamo esseri viventi tra altri esseri viventi. I teatranti lo sanno, i teatranti sono fatti così. Quando stanno sul palcoscenico si mascherano e diventano tanti personaggi, poi ti accorgi che quei personaggi sono tutti finti, che l’unico volto vero è quello dell’attore. Eppure quando l’attore muore se li porta via tutti quanti i personaggi finti, come in uno strano funerale. E Dario Fo era questa cosa. Un attore che ci mette la faccia, il corpo e la voce nel personaggio. Un attore che si muove e che canta, che saltella e rumoreggia, che scrive un testo e poi lo cambia e l’improvvisa.  Così un giorno vado a casa sua per intervistarlo. Gli chiedo cos’è la memoria. La memoria nei confronti della grande storia, ma anche la memoria per un testo, per un attore che se lo deve imparare. E lui si mette a parlare della “maschera”. Mi dice che l’attore deve recitare pensando alla maschera che potrebbe avere sulla faccia, anche se non ha nessuna maschera. «Personalmente cerco sempre di uscire dal personaggio. Nella vita, nella famiglia o con gli amici, non uso mai una maschera. Moretti, che è stato uno dei più grandi Arlecchini di questo secolo, ammoniva i giovani attori perché non si abituassero a vivere con la maschera in faccia. La maschera è importantissima, ma se la tieni troppo sulla faccia, quando la togli finisci per toglierti anche la faccia! Quindi bisogna saper abbandonare la maschera e imparare a recitare senza, ma come se ancora la si stesse indossando.  (Fonte/foto Unita e comune-info.net)