Durante l’evento CITIES tenutosi a Vicenza nel luglio 2023, ho avuto la fortuna di conoscere il professor (e praticare attivitá performative) Emilio Méndez Martínez, docente presso l’Universisidad de Oviedo e autore di Teatro en Educación sin memorizar textos, 77+1 tecniche drammatiche e teatrali, Editoria Octraedo, Recursos, 2023, libro scritto a quattro mani con il profesor Tomás Motos Teruel,  professore dell’Univesitat de Valencia, noto e importante studioso del settore. Ho ripreso in mano da poco questo testo e mi sento di farne una recensione davvero positiva. Si tratta di un manuale sul teatro e la drammaturgia nella didattica, per gli insegnanti dell’educazione formale – di tutti i livelli educativi – e non formale,che tutti gli insegnanti dovrebbero avere nella propria libreria. Come indicato nel sottotitolo “77+1 tecniche drammatiche e teatrali” , il libro propone 78 modi per fare teatro nelle aule senza la necessità che gli studenti memorizzino i testi, rompendo così il pregiudizio che solo così si possa praticare il teatro nell’educazione. E’un testo che si rivolge a professionisti dell’educazione che cercano di insegnare in modo diverso, ma che continuano a utilizzare metodi tradizionali, a causa della mancanza di formazione nella didattica teatrale. “Tutti possono creare qualcosa di bello che possa commuovere gli altri e commuoverci. E anche i nostri studenti ne sono capaci!”, è il motto portato avanti dagli autori, i quali, parlando di teatro nell’educazione, chiariscono che non si riferiscono al teatro convenzionale, inteso come prodotto esteticamente ben realizzato interpretato da attori e attrici professionisti, ma all’uso di strategie teatrali per raggiungere scopi educativi. Il testo è  strutturato in due grandi parti. Una prima che contiene i principi del teatro/dramma nell’educazione insieme agli obiettivi di questa metodologia  e una  valutazione delle attività drammatiche e teatrali. La seconda parte un vero e proprio elenco descrittivo sulle tecniche drammatiche e teatrali. le prime sono quelle che si svolgono in classe (ne vengono presentate 43) e quelle teatrali (ne vengono proposte 31), che iniziano durante le lezioni e si concludono con uno spettacolo pubblico.

Mi piace qui citare alcuni concetti espressi nel testo di Mendéz e Motos, che sono a mio avviso fondamentali per chi voglia avvicinarsi alla metodologia drammatica nell’insegnamento. Il concetto di IDENTITA’: nella classe di lingua dovremmo aspirare ad “esprimere ciò che realmente siamo [..] è questo un concetto dinamico, in continuo cambiamento e rappresenta la conseguenza delle esperienze personali che l’individuo fa”  “cosa hanno in comune una persona e una cipolla?”si chiedono gli autori, “entrambe si possono intendere come una sovrapposizione  di strati, nel caso delle persone questi strati sono frutto delle esperienze vissute”(cit p.37) . Nel contesto drammatico sarà interessante togliere queste strati sovrapposti, per cercare di arrivare all’essenza  e nella ricerca di togliere cercare di  far emergere quello che sta sotto, quando nella scuola si insegna a  tenere sotto controllo la spontaneità, imponendo il pensare sul fare, succede cosí che alcune delle doti  insite nell’ essere umano come  l’immaginazione, l’iniziativa, l’originalità, la flessibilità  si atrofizzano. Il concetto di PRESENZA: nella classe di lingua bisognerebbe sempre concentrarsi  sul qui e l’ora, cioè in quello che succede in un preciso momento, attorno agli studenti evitando di essere nel futuro (la tipica paura di quello potrebbe succedere se) o nel passato ( il senso di colpa per quello che è successo). Il MOVIMENTO è fondamentale in questa presa di coscienza. Come gli autori affermano: “il corpo possiede ricordi che la mente ha dimenticato. Per tanto il corpo è lo strumento per far ricordare all’intelligenza di andare oltre al ragionamento logico-matematico, sviluppando e/o recuperando capacità come l’espressione personale, la creatività, la socialità e il senso critico. Attraverso il movimento,  si può lavorare senza necessariamente capire, perché il corpo possiede una memoria antica, il corpo sa. Come afferma Gardner si apprende in modi differenti, … il problema è quando in classe ci si appella solo alle intelligenze logico-matematica e/o linguistica (p.40). Il concetto di presenza porta con sé anche il concetto di IMPROVVISAZIONE cosa significa improvvisare?  Dal latino improvidere:  im =no ; pro = prima; visus = visto, quindi fare quello che non si è già visto. Improvvisare  “comporta un salto nel vuoto, una perdita di controllo che porta peró necessariamente ad un ampiamento della propria zona di confort. Un obbiettivo della classe di lingua è comprendere che tutto quello che succede sul momento rappresenta una grande opportunità  e specialmente è una grande opportunità per tutti , quello che si suole definire errore. L’improvvisazione è parte del teatro ma anche e soprattutto della condizione umana e si pone in contrapposizione a quell’ affanno di controllare sempre tutto e l’ansia di cercare di avere sempre tutto sotto controllo tipica dei giorni nostri. (p.40-41) (traduzione personale libera). Leggere questo testo é davvero illuminante.